Siva e Kama

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LA PARZIALE IDENTITA’ DI SIVA E KAMA

Il sovrapporsi delle funzioni di Agni e di Kama che porta alla trasposizione degli episodi contribuisce anche all’ambiguità che nel normale svolgimento del mito viene a insinuarsi nel rapporto tra Siva e Kama. In una descrizione dell’incenerimento di Kama possiamo scorgere una sintesi delle tre divinità:

Siva ridusse in cenere Kama, e i fuoco del terzo occhio si espanse per bruciare l’universo. Per il bene dell’universo, Siva suddivise allora i fuoco tra il mango, la Primavera, la luna, i fiori, le api e i cuculi – cosi divise il fuoco di Kama. Il medesimo fuoco che aveva trafitto Siva dentro e fuori, accendendo affetto e passione, eccita coloro che sono separati, raggiungendo i cuori degli amanti, e brilla giorno e notte, difficile da curare.

La potenza di Kama diventa ancora più irresistibile dopo essere stata accresciuta dal contatto con la forza propria di Siva. Come i due fuochi apparentemente opposti – il fuoco del desiderio e quello dell’ascesi – interagiscano tra loro è evidente:

il fuoco ascetico che scaturisce dall’occhio di Siva si fonde con il fuoco con cui Kama lo colpisce e si riversa infine nel cuore degli amanti. L’espressione “il fuoco di Siva” è un gioco di parole che denota sia il fuoco usato da Kama, sia quello usato contro di lui, una fiamma composta di due scintille. l’immagine dei due fuochi che si mescolano appare in una strofa classica:

In mezzo al bosco i cuculi incantano il cuore con il gorgheggio delle loro gole irrobustite mangiando boccioli di manghi novelli. Ciò che qui fingono di essere i loro occhi sono invero scintille soffiate dalle fiamme dello sguardo di Siva via dalle braci di Amore ardente

Anche qui cuculi e manghi sono considerati ricettacoli del fuoco sia erotico che ascetico. La medesima interazione è alla base di un verso in cui si afferma che Siva “incendiò” Kama, ossia lo bruciò, ma poi lo riaccese con il proprio fuoco, cosi come Parvati “riaccende” kama quando lo riporta in vita.

Analogamente, si dice che Siva “estinse” il fuoco di Kama con il fuoco del suo terzo occhio, e l’arma di Kama si estingue non appena tocca Siva. I fuochi si scontrano e si mescolano, tanto che quando Siva tenta invano di liberarsi della propria febbre erotica è detto arso dal fuoco di Siva, Kama e Agni insieme.

Agni costituisce cosi un anello di congiunzione fra Siva e Kama che conferma la loro parziale identità, consolidando il legame stabilito dagli aspetti fallici/di castrazione di Indra. Di conseguenza Siva si contrappone a Kama in una relazione simile a quella che caratterizza il suo conflitto con Brahma, e ciò è dovuto in parte al loro contrasto in quanto divinità l’una ascetica e l’altra erotica, ma in parte anche alla competizione fra loro in quanto dèi della fertilità.

Siva e Kama condividono gran parte della mitologia e del simbolismo. Il linga è associato essenzialmente a Siva, ma anche Kama vi è connesso durante la festa di Holi, nella quale appare come albero/fallo di fertilità;

e sia nel caso di Siva sia in quello di Kama tale motivo può essere ricollegato ai “pali di Indra” di un’epoca precedente.

Molti Purana considerano Kama figlio di Siva; in verità, lo stesso argomento cui fa ricorso per convincere Brahma a ritirare la maledizione contro Kama serve anche per convincere Siva a resuscitarlo:

“Abbi pietà di Kama, poiché fosti tu a crearlo e a comandargli l’azione che ha appena compiuto, usando la facoltà che tu stesso gli hai dato”.

Secondo la tradizione dell’India del Sud, Siva creò Kama e gli concesse la grazia si suscitare l’amore in tutte le creature dopo che Kama ebbe adorato il linga di Siva.

A sua volta, Siva partecipa della natura di Kama. Nel Mahabharata è addirittura chiamato Kama, appellativo che viene cosi spiegato:

“Egli è desiderato sotto forma di donne e di altri oggetti dei sensi”.

Una spiegazione analoga appare altrove:

“Egli è Kama perché è desiderato dai grandi yogin”,

in cui le sue funzioni vengono fuse insieme. Afferma un altro testo:

“Colui che è noto come Smara (Kama) è Siva, la cui natura è beatitudine. Chi desidera la felicità deve ricordare (smara) Siva nato dal suo corpo sotto forma di Kama”.

Nella Foresta dei Pini Siva si comporta come Kama ed è descritto come più bello di Kama, indistinguibile da lui, la forma e l’immagine stessa di Kama, oppure tanto bello da annientare l’orgoglio di Kama.

Quando Parvati chiede a Siva di sedurre le donne della Foresta dei Pini, gli chiede di farlo sotto forma di Kama, e Siva somiglia a Kama, quando seduce un gruppo di apsaras e di donne mortali. Siva è maestro nel Kamasutra, e quando si sposa è chiamato il Signore di Kama.

In molti miti il ruolo di Siva si sviluppa parallelo a quello di Kama. Daksa dà la propria figlia Rati a Kama e Sati a Siva.

Mentre Kama sta facendo l’amore con Rati, nella foresta Siva si unisce a Parvati. Un passo associa Siva a Kama nella seduzione di numerosi saggi, molti dei quali sono aspetti di Siva o suoi nemici:

Aiutato da Kama, con la sua magia Siva confuse molti eroi: fece si che Visnu violentasse le mogli di altri uomini, che Indra commettesse peccato con la moglie di Gautama, che Agni venisse vinto da Kama, che il Sole fosse sopraffatto dalla passione e assumesse la forma di uno stallone vedendo una giumenta, che Daksa e i suoi fratelli provassero desiderio per la propria sorella, che Brahama desiderasse fare l’amore con la figlia, che Cyavana, il grande yogin, si innamorasse di Sukanya – tutti costoro furono confusi da Siva.

Questi miti, in ciascuno dei quali compare un multiforme di Siva in veste di seduttore o di sedotto, sono qui raggruppati per glorificare l’aspetto erotico del dio. Poiché Siva e Kama sono entrambi dei creatori, nei miti della creazione i loro ruoli sono strettamente intrecciati. In una versione del mito della creazione androgina, la metà maschile è Kama anziché Siva, e Brahma crea Kama per poter passare alla creazione eterna, cosi come si procura l’aiuto di Rudra quando i figli asceti lo deludono.

Tuttavia nonostante i numerosi esempi di inversione delle parti fra i due dèi e di rimescolamento dei loro poteri, è chiaro che mentre Kama è soltanto un aspetto di Siva, non si può dire il contrario.

Siva è Kama ma è anche qualcosa di più, ed è proprio questo “di più” che si oppone a Kama. Siva è il dio della virilità, Kama il dio della sensualità. Siva brucia Kama per il suo approccio frivolo a una questione che per Siva ha a che fare con la procreazione del cosmo piuttosto che con il brivido di piacere di cui Kama è specialista.

Quando, nel romanzo di Stacton, Kama e l’Aurora (Rati) compaiono davanti a Siva, egli ne è “altezzosamente divertito. Aveva chiesto una moglie, non queste graziose nullità, l’amore e il desiderio”.

E quando Parvati lo accusa di non godere del Desiderio, Siva risponde: ” Il nostro amore è ben più del Desiderio. Come potrebbe nascere dal solo Desiderio? Ho creato l’universo dando vita al Desiderio, e io stesso ho creato il Desiderio per dare a ciascuno il piacere sessuale. Come puoi dunque rimproverarmi per aver bruciato il Desiderio? Kama pensava che fossi come gli altri dèi e ha turbato la mia mente, per questo l’ho ridotto in cenere.

Siva sembra dunque opporsi non tanto all’essenza di Kama, che accetta anzi come propria, ma al particolare modo in cui Kama la manifesta.

Kama e Siva sono entrambi dèi della fertilità, ma Siva è anche ascetico e distruttore. Inoltre Siva non ha semplicemente assimilato la natura di Kama, che infatti compare relativamente tardi sulla scena della mitologia indiana:

Siva trae il suo aspetto creativo da Indra, da Agni, da Brahma assai prima dell’avvento di Kama. E, soprattutto, la semplicità del nucleo simbolico di Kama limita il suo ruolo religioso alla favola e alla metafora, mentre la complessità di Siva gli consente di penetrare nei recessi più nascosti della devozione indù.

Tratto da

SIVA. L’asceta erotico

Wendy Doniger